Österreich (Austria) |
Predecessore | Ruolo | Successore |
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Rodolfo II | Imperatore del SRI | Ferdinando II |
Mattia d'Asburgo (Vienna, 14 febbraio 1557 - Vienna, 20 marzo 1619) fu re di Boemia e di Ungheria col nome di Mattia II, Reggente del Sacro Romano Impero e Imperatore dal 1612 alla sua morte.
Figlio secondogenito di Massimiliano II e Maria di Spagna col titolo di Governatore d'Austria sostituì nel 1593 il fratello Rodolfo II alla guida dell'Impero a causa delle condizioni di salute di quest'ultimo notoriamente malato di mente, anche se il titolo di Imperatore del Sacro Romano Impero rimase a Rodolfo fino alla sua morte nel 1612. Durante il breve regno di Rodolfo II la capitale dell'Impero fu trasportata da Vienna a Praga. L'Imperatore Mattia sposò l'Arciduchessa Anna d'Austria, sua cugina, ma non ebbe figli. Il regno di Mattia fu funestato dalla Guerra dei Trent'anni iniziata proprio sotto il suo impero con la celebre Defenestrazione di Praga del 23 maggio del 1618 quando due legati imperiali, favorevoli alla Chiesa Cattolica, furono cacciati dagli aristocratici protestanti boemi e gettati da una finestra del castello di Praga.
L'Imperatore Mattia all'inizio del suo regno si dimostrò favorevole alla Chiesa Protestante sin da quando nel 1581 fu esiliato dai Paesi Bassi, in preda alle rivolte religiose, dei quali Mattia era stato, dal padre, nominato governatore. Nel 1608 divenne Re d'Ungheria con l'appoggio dei nobili ungheresi. Nel 1611 fu incoronato re di Boemia trasferendosi definitivamente nella nuova capitale del Sacro Romano Impero e divenendo ufficialmente Imperatore alla morte del fratello Rodolfo II l'anno successivo. Ma la politica degli Asburgo favorevole al partito cattolico sin dalla Dieta di Augusta condizionò la politica di Mattia che rintrodusse un peridio d'intolleranza religiosa contro i protestanti boemi. La presenza di forte componenti protestanti all'interno dell'Impero, gli Elettori e i Principi tedeschi, la politica di tolleranza della Francia di Enrico IV verso gli Ugonotti, i Calvinisti svizzeri e la forte potenza della Svezia protestante nel '600 misero alle strette Mattia che rivolse le sue speranze alle vecchie alleate Spagna e Papato.
Österreich (Austria) Wien, 1 Taler 1617 |
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Davenport 3046 |
Immagine concessa da: Münzen Ritter |
Mattia abolì la Littera maiestatis con la quale il suo predecessore Rodolfo aveva istituito nel 1609 la libertà di culto anche per i calvinisti di Boemia, così come era accaduto nel 1598 con l'Editto di Nantes in Francia voluto da Enrico IV. Per questo motivo si arrivò nel 1618 alla defenestrazione dei legati imperiali cattolici inviati da Ferdinando di Stiria, già nominato re di Boemia a causa delle critiche condizioni di salute dell'Imperatore, e futuro imperatore Ferdinando II , con il successivo rifiuto della nobiltà calvinista boema di accettare la sottomissione al nuovo re Ferdinando e la momentanea destituzione dell'Imperatore Mattia come re di Boemia, che in quel momento si trovava a Vienna, in favore del protestante Federico V Elettore Palatino capo dell'Unione evangelica.
Morto senza eredi, Mattia designò come suo successore il cugino Ferdinando, figlio dell'Arciduca Carlo d'Asburgo, che poi divenne Ferdinando II , cresciuto presso i gesuiti nella cattolicissima corte spagnola e nemico acerrimo della Riforma Protestante, già persecutore della chiesa riformata in Steiermark, regione austriaca della quale era stato nominato reggente, che inasprì le persecuzioni contro i protestanti e iniziò, di fatto, la Guerra dei Trent'anni.
Nella politica interna ed estera Mattia riuscì a mettere fine alle rivolte scoppiate in Ungheria e il lungo conflitto con l'Impero Ottomano (1594-1601) si chiuse sotto il suo impero con la firma dei trattati di Vienna e di Zsivatorok del 1606.