orb crown

Il Sacro Romano Impero in nummis

La Storia in una moneta

I Rechenpfennig

a cura di Roberto Cecchinato  

I Rechenpfennigup

1 I Rechenpfennig, gettoni di conto in italiano, jetons in francese, reckoning counters in inglese, erano ampiamente utilizzati durante il medioevo e, mentre in Italia caddero in disuso già durante il XV sec.2, rimasero invece ampiamente utilizzati in Europa centrale e settentrionale fino al XVIII secolo3.

Con la ripresa dei commerci durante il basso medioevo i mercanti si trovarono a dover far di conto in innumerevoli situazioni, e il sistema di numerazione romano in uso non rendeva facile l'operazione. La soluzione fu trovata con l'uso dell'abaco per fare i conti: il suo uso da parte dei mercanti risale almeno al XII secolo come testimonia la sua menzione da parte del Liber Abaci scritto da Leonardo Fibonacci nel 12024, che certamente descriveva pratiche da tempo in uso.

All'abaco in legno i mercanti preferivano per maggiore praticità e scarso ingombro, un sistema concettualmente identico composto però da una tavola od un panno e da oggetti piccoli e leggeri che servivano a segnare le unità di conto. In tempi antichi i Greci ed i Romani utilizzavano pietruzze, pezzi di coccio o dischi d'osso5, ed è probabile che ad un certo punto si utilizzassero anche monete6, che avevano il vantaggio di essere impilabili. In ogni caso si arrivò verso la metà del XIII sec.7 ad utilizzare gettoni appositamente creati in metallo vile, solitamente ottone, bronzo, o più raramente piombo; l'aspetto era sufficientemente simile a quello di una moneta che i loro produttori spesso si sentivano in obbligo di fabbricarli con legende che esplicitamente indicassero il loro scopo. E' vero che sono noti alcuni rari esemplari di gettone di conto in argento od oro, ma si tratta probabilmente di pezzi da ostentazione, visto che il valore intrinseco del gettone non aveva alcun ruolo nella sua funzione.

I gettoni di conto erano ornati con decorazioni di vario tipo, che si evolsero variamente a seconda dell'epoca e della provenienza, ed erano coniati a mo' di moneta ma con rilievi piuttosto bassi per facilitarne l'impilabilità; solitamente erano di diametro fra i 20 ed i 28 mm (dimensioni molto diverse li rendevano difficili da usare per far di conto)8.

L'utilizzo dei gettoni di contoup

9 Il modo d'utilizzo era relativamente semplice, e consisteva in una serie di righe, ciascuna rappresentante un'unità di conto: per esempio potevano esserci una riga di base a indicare i denari, una a indicare i soldi (o 12 denari), una per indicare le lire (20 soldi o 240 denari); la suddivisione poteva anche essere anche a base 10, 5 o altro. L'abaco con la tavola ed i gettoni permetteva di compiere operazioni aritmetiche di qualunque tipo: va notato comunque che la matematica non era al tempo appannaggio di chiunque, e che l'uso dell'abaco e dei gettoni di conto era riservato a mercanti e contabili (le due figure non erano necessariamente persone diverse). In Germania questa figura era nota come Rechenmeister, letteralmente "Mastro dei Conto", un mestiere riconosciuto e rispettato che implicava un'istruzione superiore a quella che normalmente ricevuta. La grande espansione dei commerci in area tedesca all'inizio del XVI sec. crearono il bisogno per i mercanti di un controllo economico e finanziario delle loro attività che andava aldilà delle conoscenze matematiche spicciole dettate dall'esperienza. I mercanti più ricchi inviavano perciò i loro figli nelle città mercantili italiane per un'istruzione matematica e finanziaria superiore presso le cosiddette "scuole d'abaco"10. Il Rechenmeister aveva un'istruzione di questo tipo, essenziale per la conduzione di un'impresa commerciale con successo.

Il funzionamento dell'abaco o tavola di conto non era standardizzato, c'erano almeno tre diversi metodi convenzionali d'utilizzo. La dimensione della tavola variava anche in base a quanto visibili (quindi pubblici) dovessero essere i conti11, ed i gettoni erano dunque di diametro corrispondentemente variabile. La tavola di conto poteva essere di legno oppure di stoffa ricamata: in ogni caso essa era divisa in due, e ciascun riquadro aveva delle linee orizzontali o altri riferimenti per indicare il cambio di unità di conto. Un metodo piuttosto comune per indicare le cifre è illustrato qui sotto: per comprendere funziona si tenga conto del sistema di numerazione romano, quindi:

I = 1 tutti i gettoni su questa linea rappresentano ciascuno un’unità;
(V=5) un gettone fra la linea I e la X rappresenta 5 unità;
X=10 tutti i gettoni su questa linea rappresentano ciascuno una decina;
(L=50) un gettone fra la linea X e la C rappresenta 5 decine;
C=100 tutti i gettoni su questa linea rappresentano un ciascuno centinaio;
(D=500) un gettone fra la linea C e la M rappresenta 5 centinaia:
M=1000 tutti i gettoni su questa linea rappresentano ciascuno un migliaio.

Ne consegue che possono esserci al massimo 4 gettoni alla volta sopra ad una linea, e non più di uno alla volta fra due linee.

Un metodo piuttosto comune per indicare le cifre è illustrato qui sotto:
Nella prima figura si vedono 3 gettoni sulla linea "I": questo significa 3 volte I = 3. Nella seconda figura si vede un gettone in mezzo fra la linea "I" e la linea "X": qui il valore è di "V", cioè 5. Nella terza figura si mostra la somma fra le due situazioni: III + V = VIII, o come siamo abituati noi con le cifre arabe, 3 + 5 = 8.

Per fare un esempio di conto calcolo (addizione) fra numeri più grandi:
Figura 1: MCDLXXXVII pari a 1487 in cifre arabe. Figura 2: DCIV pari a 654 in cifre arabe. Figura 3: il risultato di MCDLXXXVII + DCIV = MMCXLI, cioè in cifre arabe 1487 + 654 = 2141

L'operazione era piuttosto semplice da fare una volta presa l'abitudine, ma certamente più complessa del conto a colonna possibile con l'uso delle cifre arabe, perciò con il tempo l'uso dell'abaco divenne obsoleto. Dalle figure qui sopra riportate risulta comunque evidente come fosse necessario avere un buon numero di gettoni a disposizione per fare i conti.

Norimberga ed i Rechenpfennigup

Mentre in Italia l'introduzione delle cifre arabe (in realtà indiane) in sostituzione delle cifre romane rese l'abaco obsoleto già dal XV, il sistema rimase ampiamente utilizzato in Germania, Francia, Paesi Bassi, Inghilterra e gli altri Paesi del nord Europa. La produzione locale di gettoni di conto fu ampia, ed ebbe in ogni Paese caratteristiche diverse. Quando già in Italia l'uso dei gettoni di conto era già in declino, i maggiori produttori erano Francia e Paesi Bassi. Qui la loro produzione era prerogativa statale (erano utilizzati principalmente da uffici e funzionari pubblici12) ed i produttori non avevano libertà di scelta dell'aspetto dei conii13. Le città tedesche adottarono più tardi i gettoni di conto in tedesco Rechenpfennig (letteralmente "denari di conto"): la prima testimonianza scritta dell'uso di Rechenpfennig è del 1399 a Frankfurt-am-Main (Francoforte sul Meno) 14, e, al contrario di quel che accadeva in Francia e Paesi Bassi, non furono sottoposte ad alcun controllo centrale per la loro produzione.

15

Nel 1219 l'imperatore Federico II di Svevia accordò alla città bavarese di Nürnberg (Norimberga) il privilegio di intitolarsi "Città libera"16, che formalmente la rendeva indipendente dall'impero ma sottomessa direttamente alla persona dell'imperatore. La città sfruttò questo privilegio, che le dava mano libera nel trattare accordi commerciali con altre città europee (quindi vantaggi doganali e daziari non indifferenti), tanto che i suoi mercanti avevano protezione ed esenzione doganale totale in più di novanta città europee. Grazie alla prossimità alle miniere di rame dell'Europa centrale, e potendo sfruttare i boschi circostanti e la forza motrice del fiume Pegnitz, Nürnberg (Norimberga) divenne il più importante centro europeo di produzione e laminatura dell'ottone; la sua posizione geografica la poneva inoltre all'incrocio di vie del commercio molto importanti, che le permettevano l'accesso a materie prime e mercati in tutta Europa17. La produzione di Rechenpfennig iniziò all'inizio del XV secolo18, e si trattò inizialmente di imitazioni a basso costo di monete in circolazione o di gettoni francesi e olandesi. Nürnberg (Norimberga) non fu di certo l'unica città tedesca in cui si producessero Rechenpfennig19, ma i suoi vantaggi commerciali lo proiettarono molto presto in diretta competizione con le storiche produzioni francesi e dei Paesi Bassi. Fu aspra per esempio la competizione commerciale con la città di Tournai (oggi in Belgio, ma al tempo dominio del Re di Francia)20: Nürnberg (Norimberga) vinse questa guerra commerciale quando Tournai fu conquistata dall'Imperatore Carlo V ed accorpata ai Paesi Bassi nel 152121, perdendo la sua competitività. In seguito a questo evento i Rechenpfennig conquistarono completamente fra gli altri il mercato inglese, tanto da essere oggi ritrovati regolarmente dai cercatori di reperti con il metal detector. Nel complesso i Rechenpfennig della città bavarese furono per quantità prodotta e circolazione i più diffusi in Europa22.

I Rechenpfennig: un affare di famigliaup

La produzione dei Rechenpfennig a Nürnberg (Norimberga) fu gestita da generazioni di famiglie artigiane, vere dinastie su cui dominarono i Krauwinckel, gli Schultes (o Schultheiss), i Lauffer ed i Lauer.

I Rechenpfennig più antichi erano anonimi (anche nel senso che, tranne rarissimi casi, non era applicato alcun segno particolare che permettesse di riconoscere il fabbricante) ma, per evitare il rischio di contraffazioni e per mantenere la pace con la Francia, nel primo quarto del XVI sec. fu imposto ad ogni Mastro di apporre il proprio nome e la parola "Rechenpfennig" su ogni pezzo23.

Il primo Mastro a firmare la sua produzione fu Iorg Schultes nel 1540 con una serie del tipo Venus24. Successivamente tutti i fabbricanti iniziarono a firmare la loro produzione, senz'altro anche per obbligo di legge. Grazie ai documenti dell'epoca i nomi di molti di loro sono oggi noti25: fra di loro gli Schultes ed i Krauwinckel dominarono il mercato dei Rechenpfennig nel periodo fra il 1515 ed il 163526; l'attività di questi ultimi fu continuata poi dai Lauffer. I Lauer furono gli ultimi grandi produttori di Rechenpfennig, la loro produzione continuando con altri gettoni nel XIX e XX secolo.

Mastri della famiglia Schultes:

IORG (GEORG) SCHULTES Mastro dal 1515, †1559
Primo maestro noto della famiglia Schultes, utilizzò spesso la legenda "IO SU" come firma.
HANS SCHULTES I Mastro dal 1553, †1584
Figlio di Iorg.
HANS SCHULTES II Mastro dal 1586, †1603
Figlio di Hans I
HANS SCHULTES III Mastro da ca. 1608, ultima notizia di lui nel 1612
Figlio di Hans II.
Sono noti Rechenpfennig firmati "HANS" e "HANNS", ma non è dato di sapere a quale dei tre corrispondano i nomi.

Mastri della famiglia Krauwinckel:

DAMIANUS KRAUWINCKEL Mastro dal 1543, †1581
Fratello di Hans I, padre di Egidius e Hanns II.
HANS KRAUWINCKEL I Mastro dal 1562, †1586
Fratello di Damianus, zio di Egidius e Hanns II.
EGIDIUS KRAUWINCKEL Mastro nel 1570, †1613
Figlio di Damianus, nipote di Hans I e fratello di Hanns II.
HANNS KRAUWINCKEL II Mastro dal 1586, †1635
Figlio di Damianus e nipote di Hans I, per un periodo produsse Rechenpfennig assieme al fratello Egidius. I pezzi a suo nome sono i più comuni. Sua sorella Barbara sposò Georg Lauffer, e, alla morte di Hanns, la sua famiglia riprese l'attività dei Krauwinckel. La firma con due "N" è probabilmente dovuta all'esigenza di non confondere la propria produzione con quella dello zio27. Sue sono le legende:
  • HANNS KRAVWINCKEL IN N
  • HANNS KRAVWINCKEL IN NV
  • HANNS KRAVWINCKEL IN NVR
  • HANNS KRAVWINCKEL IN NVRNB
  • HANNS KRAVWICKEL IN NVRENBE
  • HANNS KRAVWICWEL IN NVRENBE

Mastri della famiglia Lauffer:

WOLF (o WULF) LAUFFER I Mastro dal 1554, †1601
Primo mastro della famiglia Lauffer, fu succeduto nella sua attività da quattro suoi figli: Hans I, Georg I, Matheus e Wolf II.
HANS LAUFFER I Mastro dal 1611, †1632
Figlio di Wolf I, emise gettoni a proprio nome dal 1607.
GEORG LAUFFER I Mastro dal 1610, †1647
Figlio di Wolf I, sposò di Barbara Krauwinckel, alla morte del cui fratello Hanns riprese tutta l'attività dei Krauwinckel; non sono noti però Rechenpfennig a suo nome.
MATHEUS LAUFFER Mastro dal 1612, †1634
Figlio di Wolf I.
WOLFF LAUFFER II Mastro dal 1612, †1651
Figlio di Wolf I, adottò a motto personale la legenda: NEYDT THUT IHM SELBST LEYDT
CONRAD LAUFFER Mastro dal 1637, †1668
Figlio di Hans I.
GEORG LAUFFER II Mastro dal 1648/51, †1662
Figlio di Wolff II, non sono noti Rechenpfennig a sua firma.
WOLF LAUFFER III Mastro dal 1650, †1670
Figlio di Wolf II.
CORNELIUS LAUFFER Mastro dal 1663, †1709
Figlio di Conrad
LAZARUS GOTTLIEB LAUFFER Mastro dal 1663, †1709
Figlio di Conrad
HANS LAUFFER II Mastro dal 1686, lasciò Nürnberg (Norimberga) nel 1716
Figlio di Cornelius.
HANS PAULUS LAUFFER Mastro dal 1697, †1712
Figlio di Cornelius.

Mastri della famiglia Lauer

Lo scettro di maggiore fabbricante di Rechenpfennig verso la fine del XVIII sec. passò ai Lauer, che rimasero in attività fino al XX sec (l'ultimo loro gettone noto è un 2 pfennig del 195028). Ad un certo momento l'attività era talmente fiorente da permettere ai Lauer di avere uffici a Norimberga, Berlino e Milano29. La loro produzione si spostò dai Rechenpfennig, divenuti ormai totalmente obsoleti, agli Spiel Marken, gettoni da gioco assimilabili alle fiche dei casinò, e a targhette e medaglie pubblicitarie. Sono noti anche gettoni che pubblicizzano gli stessi gettoni Lauer!
ERNST LUDWIG SIGMUND LAUER Mastro dal 1783, +1833
 
JOHANN JAKOB LAUER Mastro dal 1806, +1865
 
LUDWIG CHRISTIAN LAUER Mastro dal 1842, +1873
 
Il nome di L. Christian Lauer fu usato per almeno 20 anni dai suoi successori: Mitchiner riporta che furono la sua vedova ed i figli a continuare l'attività30.

Altri fabbricanti31

CHRISTOPH SIGMUND ANERT
Mastro dal 1734, †1754/68
WOLFGANG MAGNUS ANERT (figlio di Christoph Sigmund)
Mastro dal 1778, † ante 1816
IOHANN IACOB DIETZEL
Mastro dal 1711, † post 1748
IOHANN ADAM DIETZEL (figlio di Iohann Iacob)
Mastro dal 1746, †1762/68
IOHANN (HANS) ALBRECHT DORN
Mastro dal 1732, †1783
WOLF HIERONYMUS HOFFMANN
Mastro dal 1719, † post 1756
IOHANN HIERONYMUS HOFFMANN
In attività nel 1756
IOHANN KONRAD HOGER
Mastro dal 1705, †1743
ALBRECHT HOGER HOGER (figlio di Iohann Konrad)
Mastro dal 1735, †1789
ZACHARIAS IANSSEN
In attività dal tardo XVI al primo XVII sec.
KILIANUS KOCH
Primi pezzi datati 1587, †1632
MICHAEL LEYKAUFF (o Leichkauff o Leikauf)
Mastro dal 1724, ritirato dal 1768
HANS LINDNER
In attività dal 1662 al 1692
HANS MICHAEL LINDNER (figlio di Hans)
In attività dal 1686 al 1692
IOHANN ADAM VOGEL
Mastro dal 1737, ultime notizie 1760
HANS (IOHANN) WEIDINGER
MASTRO DAL 1670, †1727
IOHANN FRIEDRICH WEIDINGER (figlio di Hans)
Mastro dal 1710, ultime notizie1765
HANS ZWINGEL
In attività dal 1553 al 1586

Legende

Le prime produzioni di Rechenpfennig erano molto sottili (meno di 1 mm) e di piccolo diametro (ca. 20 mm), anepigrafi e con decorazione ai bordi costituita da una sequenza di lettere gotiche ripetute (per esempio OOOOOOOOO oppure ATATATATATAT) senza significato alcuno, oppure con altri temi decorativi come foglie, fiammelle o trattini; la grafia gotica fu sostituita da quella latina verso la fine del XV sec32.

Durante il XVI sec. iniziarono ad essere invece usati per legenda motti e citazioni solitamente di tipo religioso. La lingua utilizzata poteva essere sia il latino, sia l'alto tedesco, spesso mescolati. La dizione non era ancora fissa, perciò esistono numerose e notevoli variazioni di legenda33.
Qui di seguito alcune delle legende più comuni nel periodo fra il 1550 ed il 163034:

RECHEN PFENNIGE
Denari di conto.
RECHENPFENING NVRENBER
Rechenpfennig, Nürnberg (Norimberga) .
S MARCVS EVANGELLIST GOTT
San Marco Envangelista di Dio.
SCHIF PFENING NVRENBERG
Denaro della nave, Nürnberg (Norimberga) .
AN GOTES SEGEN IS ALES GE
Ogni cosa è data per grazia di Dio.
LIB MICH ALS ICH DIH
Amami come io amo te.
GOTES SEGEN MACHT REICH
La parola di Dio rende ricchi (da Proverbi, 10, 22)
DAS WORT GOTES BLIBT EWICK
La parola di Dio rimane in eterno.
VERBVM DOMINI MANET IN ETERNVM
La parola di Dio rimane in eterno.
GOTES GABEN SOL MAN LOB
Si lodino i doni di Dio.
GOTES REICH BLIBT EWICK (anche GOTES REICH BLEIBT EWICK)
Il regno di Dio è eterno.
GOTT ALLEIN DIE EERE SEI (anche GOT ALEIN DIE EERE SEI)
A Dio solo la Gloria.
SOLI DEO GLORIA
A Dio solo la Gloria.
HEIT ROTT MORGEN DOTT
Oggi rosso, domani morto.
GLVCK KVMBT VON GOT ALEIN
La fortuna (o felicità) proviene solo da Dio.
GLVCK KVMBT VON GOT IST WAR
E' verità, che la felicità viene da Dio
GLVCK BESCHERT IST VNGEWERT
La fortuna ricevuta non è garantita..
GLICK IST WALCZET
La fortuna è mutevole
GETRIVW HANDT KOMBT DURCH ALLE
La verità vince su ogni cosa.
VERBVM DOMINI MANET IN ETERN (anche VERBUM DOMI MANE IN AETERN)
La Parola di Dio rimane in eterno.
VER GOT VERTRAUT HAT (auf keinen Sand gebaut)
Colui che ha fede in Dio (non) ha (costruito la sua casa sulla sabbia)
ANFANG BEDENCK DAS ENDT
(All') inizio considera la fine.
GLVCK UND GLAS WIE BALD BRICT DAS
La fortuna e il vetro, quanto presto si rompono.
NEYDT THUT IHM SELBST LEYDT
L'invidia crea il proprio danno.
PIETATE ET IVSTITIA
Compassione e giustizia
FLEISIGE RECHNUMG MACHT RICHTIKEIT
Contabilità diligente crea correttezza.
VIVE LE BON ROI DE FRA
Viva il buon re di Fra(ncia)
VIVE NVM DE NVRENVM
Viva le monete [i.e. i Rechenpfennig] di Nürnberg (Norimberga)
VOLGVE LA GALLEE DE FRANCE
Navighi la galea di Francia

I fabbricanti più piccoli e meno forti sul mercato produssero spesso copie dei tipi delle famiglie dominanti, sostituendo però le legende con una serie di lettere incomprensibili e senza senso alcuno35.

Mentre esisteva a Nürnberg (Norimberga) un obbligo di legge che imponeva l'indicazione il nome del Mastro responsabile della fabbricazione dei Rechenpfennig, non c'era invece un vero motivo per l'inserimento della data sui pezzi. La sua presenza infatti non è sistematica: sebbene il primo Rechenpfennig datato noto risalga al 1523, è solo dal 1550 che furono prodotti con maggiore frequenza pezzi datati, che rimangono pur sempre piuttosto rari. Il motivo per cui fosse apposta la data sui Rechenpfennig rimane ignoto36.

Iconografia dei Rechenpfennigup

L'obiettivo dei fabbricanti di Rechenpfennig di Nürnberg (Norimberga) non era necessariamente quello di ottenere un risultato artistico di rilievo, ma piuttosto di servire i mercati di vendita seguendone gusti, mode e richieste. Lo stile incisorio era infatti spesso sommario, anche se non privo di una certa grazia "naïf". I tipi prodotti furono parecchi, ma nella realtà quelli più comuni non sono più di una dozzina, qui di seguito illustrati37. Di ciascun tipo esistono decine di varianti diverse per legenda, fabbricante, dettagli iconografici. Vi sono poi molti altri tipi di disegno religioso o allegorico, più rari di quelli qui esposti.

GLOBO CRUCIGERO / ROSE E CORONE

38
Al dritto il Reichsapfel, il globo crucigero simbolo del potere imperiale, generalmente in trilobo di tre archi a doppia linea. Al rovescio tre corone e tre rose, disposte alternatamente attorno ad una rosa centrale.

Prodotto in grande serie dai Krauwinckel, dai Laufer e dagli Schultes, ed imitato dagli altri produttori più piccoli. E' un tipo estremamente comune ritrovato in scavi in tutta Europa, e rappresenta da solo probabilmente la metà di tutta la produzione di Nürnberg (Norimberga) 39.

Una variante interessante di Rechenpfennig è quella pubblicitaria: sono noti pezzi di Hans Krauwinckel II con la legenda "In Franckreich Vnd Avch in Niderlont." (in Francia e anche nei Paesi Bassi) che si riferisce alla produzione dello stesso Krauwinckel; altrettanto fecero i Lauer per pubblicizzare i loro uffici fuori da Norimberga.

Il globo crucigero è preminente in questo ed altri tipi, una sorta di "marchio di fabbrica della città": esso era il simbolo del potere imperiale del Sacro Romano Imperatore, quindi è probabile che alludesse allo status di Nürnberg (Norimberga) , città libera che rispondeva solo all'Imperatore e solo a lui riconosceva il potere superiore.

GLOBO CRUCIGERO / LEONE DI SAN MARCO

40

Al dritto il leone di San Marco. La legenda richiama solitamente il nome del santo. Al rovescio il Reichsapfel.

Prodotto anch'esso in grande quantità dai Krauwinckel. Il riferimento implicito a Venezia non è un caso, data la presenza internazionale ed il prestigio dei mercanti lagunari. Nürnberg (Norimberga) ebbe rapporti molto forti con Venezia, ed i suoi mercanti vi si recavano spesso per aggiornarsi sulle tecniche bancarie e di contabilità41.

GLOBO CRUCIGERO / CROCE

Al dritto croce gigliata, negli angoli quattro cuori.

Al rovescio il Reichsapfel. rovescio il Reichsapfel. Tipo di derivazione francese, copiato dai fabbricanti di Nürnberg (Norimberga) per esportazione verso quel mercato.

GLOBO CRUCIGERO / SCUDO DI FRANCIA

Al dritto scudo di Francia con all'interno tre gigli, in losanga.

Al rovescio il Reichsapfel. Lo scudo di Francia era usato su gettoni francesi sin dal XV sec. e fu copiato dai fabbricanti di Nürnberg (Norimberga) per esportazione verso quel mercato.

GLOBO CRUCIGERO / MERCURIO

42
Al dritto il busto di Mercurio con l'elmo alato. Al rovescio il Reichsapfel.

GLOBO CRUCIGERO / SOLE – LUNA – STELLE

43
Al dritto il sole, la luna e le stelle. Al rovescio il Reichsapfel.

GLOBO CRUCIGERO / NAVE

44
Al dritto una caravella. Al rovescio il Reichsapfel.

NAVE / QUATTRO GIGLI

45
Al dritto una caravella. Al rovescio quattro gigli in una losanga, attorno ornamenti.

PARIS

Al dritto quattro gigli in una losanga, attorno ornamenti. Al rovescio giglio entro piccolo scudo, in un trilobo. Questo tipo riprende alcuni jetons francesi del XV sec.

VENUS

46
Al dritto scudo quadripartito. Al rovescio "Venus" (Venere) con in mano diversi oggetti. E' uno dei tipi più antichi di cui si conosca il Mastro artigiano produttore, ed è sovente datato.

RECHENMEISTER

47
Al dritto il Rechenmeister, il mastro contabile, alla tavola di conto. Al rovescio le lettere dell'alfabeto latino, spesso in un riquadro con attorno ornamenti.

STILE "MONARCA"

48
Al dritto il busto di un sovrano francese, inglese o russo , simile alle monete contemporanee. Al rovescio stemma o altra iconografia basata sulle monete contemporanee.

Oltre a questi tipi più comuni esiste una varietà tipologica notevole, che include temi mitologici e moraleggianti durante i secoli XVII e XVIII; tornando indietro invece ai tipi anonimi dei secoli XVI e XVII si trovano tipi della scimmia, del vescovo, del cavallo, ed altri49.

Modi di dire legati ai gettoni di contoup

I molti modi di dire tedeschi legati ai Rechenpfennig testimoniano l'importanza di questi oggetti nella vita quotidiana, quanto fosse noto il loro corretto utilizzo e quanto invece di ambiguo poteva nascere dal loro uso errato, ignorante o fraudolento.

Mancher legt sein Rechenpfennig hoch, aber er gilt nicht.50
Qualcuno pone il suo Rechenpfennig (nella fila) in alto, ma non lo vale.
Rechenpfennige gelten nur im Spiel.
I Rechenpfennig valgono solo in gioco.
Rechenpfennige sind keine Dukaten.
I Rechenpfennig non sono ducati.
Wie man einen Rechenpfennig setzt, so muss er gelten.
Ove uno pone un Rechenpfennig, tanto deve egli valere.
Er nimmt einen Rechenpfennig für einen Dukaten.
Egli prende un Rechenpfennig per un ducato.
Er weiss Rechenpfennige und Dukaten zu unterscheiden.
Egli sa distinguere i Rechenpfennig dai ducati.

Da questi modi di dire mostrano in varie sfumature come fosse ovvio che un Rechenpfennig non valesse nulla, ma che lo sciocco o lo stolto potessero scambiarli per monete di valore (scambiare ottone per oro). Altri riferimenti sono riferiti figurativamente all'abaco: le righe più in alto sono quelle che rappresentano le unità di conto di maggiore valore, quindi si intende che se uno pone il proprio Rechenpfennig in alto, egli deve poter anche dimostrare di possedere quel denaro (o figurativamente di saper tenere fede al proprio impegno).
Gli stessi concetti si colgono da modi di dire di altri Paesi europei., come in francese:

Faux comme un jeton51
Falso come un gettone
In inglese:
Nay, offer hym a counter in stede of a peny52.
Risalente al 1526: Gli offrì un gettone invece di un penny
A fool believeth every thing: that copper is gold, and that a counter an angel .
Del 1601: uno stolto crede in ogni cosa: che rame sia oro, e che un gettone sia un angel [moneta d'oro inglese, ndt]
Words are wise men's counters, they do but reckon by them; but they are the money of fooles.
Del 1651: le parole sono come gettoni per gli uomini saggi, essi le prendono per riferimento; ma sono denaro per gli stolti.

Evoluzione ed altri utilizzi dei Rechenpfennigup

La grande diffusione dei Rechenpfennig di Nürnberg (Norimberga) è testimoniata dal rinvenimento di una dozzina di pezzi53 a Jamestown in Virginia, colonia fondata nel 160754, e che ospitava un gran numero di migranti tedeschi. E' noto che i Rechenpfennig avessero un uso quasi-monetale nel commercio dei coloni europei con i nativi americani: sono infatti stati ritrovati Rechenpfennig in diversi siti archeologici amerindi, forati presumibilmente per essere indossati come monili55.

I Mastri di Nürnberg (Norimberga) non cessarono di fabbricare Rechenpfennig quando il sistema decimale e la numerazione araba furono universalmente adottate durante il XVI-XVII secolo: questi oggetti si trasformarono in medaglie commemorative oppure in popolari gettoni da gioco chiamati Spiel Marke, né più e né meno delle Fiche da gioco moderne; all'estremo opposto ci fu anche la produzione di medaglie d'argento donate in occasione dell'anno nuovo ai funzionari governativi56. E' possibile che i fabbricanti di Rechenpfennig fossero responsabili anche della produzione dei Kerzendreier, gettoni in biglione o argento a tema religioso dell'inizio del XVIII sec.57

La produzione di Rechnenpfennig continuò a Nürnberg (Norimberga) fino al XX sec. inoltrato da parte della famiglia Lauer. Sembra che in tempi recenti l'azienda, che pare esista ancora sotto altro nome pur essendo di proprietà di discendenti dei Lauer58, abbia rottamato vecchi conii, stampi e materiali vari in assenza di interesse da parte di un qualunque museo o istituzione59. Si conclude quindi in tono minore la storia di questi oggetti umili e di scarso valore materiale, ma enormemente diffusi in passato e di grande interesse storico. 60

Note e Fontiup

1 Immagine da Arithmeum, Universität Bonn, http://www.arithmeum.uni-bonn.de/en/events/345
2 Marco Tagliaferri , Museo dell'Opera del Duomo di Orvieto, pg. 53. Electa Editori Umbri Associati
3 Marco Tagliaferri, vedi sopra.
4 Marco Tagliaferri, vedi sopra.
5 Bert Van Beek, 1986, Jetons: Their Use and History. Chicago Coin Club http://www.chicagocoinclub.org/projects/PiN/juh.html
6 British Museum, vedi sopra.
7 La prima testimonianza di gettoni di conto proviene Francia. Rif.: Henry Symonds, 1917, recensione di Francis Pierrepoint Barnard, 1916, The casting-counter and the counting board. http://www.jstor.org/pss/551060?cookieSet=1
8 Bert Van Beek, 1986, vedi sopra.
9 Wikipedia
10 Wikipedia in tedesco, Rechenmeister, http://de.wikipedia.org/wiki/Rechenmeister
11 Philip e Harold Mernik, Jettons, or reckoning counters, http://www.mernick.org.uk//jettons.htm
12 Henry Symonds, 1917, vedi sopra.
13 Bert Van Beek, 1986, vedi sopra.
14 Bert Van Beek, 1986, vedi sopra.
16 Da Wikipedia in italiano it.wikipedia.org/wiki/Nürnberg
17 Marco Tagliaferri, vedi sopra.
18 Robert A. Levinson, Survey of the earliest dated Nuremburg jetons, Jean Elsen et ses fils. http://www.elsen.eu/articles/art243-levinson-01.pdf
19 Sono noti per esempio Rechenpfennig fra gli altri di Clausthal, Hannover, Zellerfeld, Magdeburg, Henneberg e Gotha http://www.coinarchives.com/w/results.php?search=rechenpfennig&s=0&results=100.
20 Marco Tagliaferri, vedi sopra.
21 Robert A. Levinson, vedi sopra.
22 Robert A. Levinson, vedi sopra.
23 Bert Van Beek, 1986, vedi sopra.
24 Robert A. Levinson, vedi sopra.
25 Le liste sotto riportate sono tratte da Jim Furner, Inscriptions on Nuemberg Tokens, http://www.geocities.com/[email protected]/nuremberg_tokens.html e Nuremberg Jetons, UK Detector Finds Database, http://www.ukdfd.co.uk/pages/nuremberg-jetons.html
26 Marco Tagliaferri, vedi sopra.
27 Marco Tagliaferri, vedi sopra.
31 Da Nuremberg Jetons, UK Detector Finds Database, http://www.ukdfd.co.uk/pages/nuremberg-jetons.html
32 Marco Tagliaferri, vedi sopra.
33 Jim Furner, Inscriptions on Nuemberg Tokens, http://www.geocities.com/[email protected]/nuremberg_tokens.html
34 Jim Furner, vedi sopra , ma anche: Nuremberg Jetons, UK Detector Finds Database, idem.
35 Marco Tagliaferri, vedi sopra.
36 Robert A. Levinson, vedi sopra.
37 Descrizione dei tipi da Nuremberg Jetons, UK Detector Finds Database, vedi sopra.
38 Immagine da collezione privata.
39 Nuremberg Jetons, UK Detector Finds Database, vedi sopra.
40 Immagine da collezione privata.
41 Marco Tagliaferri, vedi sopra.
42 Immagine da Westfälische Auktionsgesellschaft, asta nr. 50 del 10 febbraio 2009, lotto nr. 2484.
43 Immagine da Westfälische Auktionsgesellschaft, asta nr. 42 del 2 MARZO 2007, lotto nr. 4832.
44 Immagine da Westfälische Auktionsgesellschaft, asta nr. 43 del 24 settembre 2007, lotto nr. 1011.
45 Immagine da Westfälische Auktionsgesellschaft, asta nr. 50 del 10 febbraio 2009, lotto nr. 2482.

46 Immagine da Westfälische Auktionsgesellschaft, asta nr. 50 del 10 febbraio 2009, lotto nr. 2483
47 Immagine da Westfälische Auktionsgesellschaft, asta nr. 50 del 10 febbraio 2009, lotto nr. 2485.
48 Immagine da Leipziger Münzhandlung und Auktion Heidrun Höhn, asta nr. 55 del 21 settembre 2007, lotto nr. 1693.
49 P. e H. Mernick, vedi sopra.
50 Questo modo di dire tedesco ed i seguenti provengono dal sito www.zeno.org/Wander-1867/A/Rechenpfennig
51 Henry Symonds, 1917, vedi sopra.
52 Questo ed i seguenti modi di dire inglesi: Oxford English Dictionary.
53 John L. Cotter and J. Paul Hudson, 1957, New Discoveries at JAMESTOWN, Site of the First Successful English Settlement in America, U.S. Government Printing Office, Washington D.C.
54 Robert A. Levinson, vedi sopra.
55John L. Cotter and J. Paul Hudson, vedi sopra, e Germans at Jamestown, 1607-1610, Richmond German Societies, http://richmondgermansocieties.com/jamestown/jtownpermtour.pdf
56 Da Nuremberg Jetons, UK Detector Finds Database, vedi sopra.
58 Jim Furner, vedi sopra.
59 Da discussione nel forum tedesco di numismatica numismatikforum.de. http://www.numismatikforum.de/ftopic29208.html
60 Immagine da Maxentius, Medals, jettons and tokens of the Napoleonic era, http://maxentius.lamoneta.it/PagineMedaglie/SpielMarken.htm
ghirigoro
aquila imperiale italiano english Karl der Grosse